Luca Mori L'INFINITO FUORI CONTROLLO. Maurizio
Bolognini a Villa
Croce, Genova. |
Con la mostra inaugurata l'8 giugno nel Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce continua il percorso di "Four Rooms" (un progetto che vede quattro artisti emergenti alternarsi nell'allestimento degli spazi interni dell'edificio). Questa volta l'arte concettuale si interseca con tematiche di estrema attualità quali "democrazia elettronica", "interattività", "network". La sensibilità per gli aspetti sociologici della fruizione artistica collegabili alla collettività ha sicuramente radici nella formazione dell'artista, connotata da una laurea in Urbanistica a Venezia ed una in Scienze Sociali a Birmingham. Bolognini
si occupa di tecnologie digitali dagli anni '80 e progetta, o meglio,
programma, macchine che sono in grado di produrre flussi di segni in maniera
autonoma, all'infinito. L'operazione
è qui quella di acquisire, sul piano estetico, dalla tradizione
l'equivalenza opera-quadro, qui "schermo d'immagini", per poi
generare una deviazione, creare uno scarto che vede da un lato il dissolvimento
dell'autore, dall'altro la negazione dell'unitarietà dell'opera,
inesorabilmente legata al tempo. Un
ulteriore elemento di ambiguità rispetto a quanto detto prima risulta
essere il fatto che i cases dei computers, disposti liberamente sul pavimento
in mezzo a grovigli di fili, hanno una loro valenza estetico-scultorea. "Non
vorrei essere considerato un artista che crea certe immagini, nè
un artista concettuale, am un artista che con le sue macchine ha effettivamente
tracciato più linee di chiunque altro, coprendo superfici sconfinate".
2005© copyright degli autori per testi ed immagini - thanks to Federica Titone (Villa Croce Staff)
|