Luca Mori Giannotta - Leta - Macchiavello - Macciò - Puerari |
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"Segni Urbani" è un titolo un po' abusato per una mostra dalle
molte sfaccettature, per la quale forse la città (Genova) risulta essere
più un pretesto per esprimere degli stati d'animo, enucleare delle
scenografie dell'anima. I protagonisti, tutti approssimativamente trentenni e provenienti dal mondo dell'Accademia di Belle Arti, hanno affrontato individualmente il tema individuato espressamente per questo evento. Cliccando sulle immagini è possibile accedere alle galleries degli artisti. |
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Il segno di Giannotta, di cui ricordiamo la presenza
all'ultima Biennale dei Giovani Artisti, potrebbe essere quello
dell'illustrazione per bambini; netti vigorosi contorni a matita su
campiture a prevalenza giallo ocra, in una gamma cromatica volutamente
naturalistica. Molto efficace il dittico dal titolo "Vico Untoria" in cui vengono contrapposti due paesaggi, quello di un volto umano e quello di una foresta di camini ed antenne, dove il carattere "ispido" di queste ultime viene facilmente associato alla peluria del corpo. Ma l'innocenza infantile qui è già velata da una inquieta aura metafisica dove i soggetti sono simboli della realtà e della storia genovesi decontestualizzati e resi inutilizzabili, paradossali dalla deformazione dell'immaginario (porto, navi, containers, improbabili pesci). |
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Quella di Leta, giovane artista genovese che ha al suo
attivo già diverse personali ed un'esperienza di scenografia con Luzzati,
è una città che vive di una dimensione onirica. Essa ci appare come
una grande quinta che ha come sfondo il cielo stellato, ed a Genova questa
grande quinta non può essere che quella dei tetti del centro storico, con
il loro articolarsi diseguale pari al testo di una poesia od una scogliera
marina.
Macchiavello, "enfant prodige" che ha firmato l'ultima
straordinaria animazione per la Ceres ("Ceres
C'è") in cui sono protagonisti degli adolescenti rubicondi e
foruncolosi, recupera qui l'esperienza espressionistica e caricaturale di
Grosz e di Dix ma anche del fumetto americano e del mondo
underground.
Macciò, che ha studiato Belle Arti a Genova e Carrara,
realizza grandi quadri di forte impatto gestuale, dove le forme chiave del
paesaggio urbano (lo svincolo di S.Benigno, la lanterna) vengono associate
alla violenza del testo, quasi graffiti su un muro che ipnotizzano e si
traducono in uno spazio eminentemente astratto.
Più onirica risulta essere la sensibilità di Puerari che
rappresenta strade e piazze deformate a costituire vortici alla Escher,
prospettive distorte. 2004 © copyright degli autori per testi ed immagini
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